Il Progetto

Abbiamo un sogno: costruire un centro artistico residenziale dove far vivere e studiare bambini abbandonati in un villaggio in Kenya a 50 Km a sud di Mombasa, verso il confine con la Tanzania. Il villaggio si chiama  Makongeni  ed è una piccola comunità rurale. La maggior parte della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e l’accesso a servizi medici, educazione e acqua pulita è spesso limitata. Vivendo così vicino alla costa infatti tutti i pozzi hanno acqua salata. Con i fondi raccolti costruiremo anche un sistema di raccolta e purificazione dell’acqua piovana per avere una fonte sostenibile di acqua dolce per i bambini e le famiglie della comunità.

Ma la drammatica emergenza è quella dei bambini che perdono i genitori. Il Kenya è uno dei paesi africani più conosciuti per le sue bellezze naturali, i sorrisi della sua gente. Non tutti sanno però che in Kenya sono più di 8 milioni i bambini che vivono in condizioni di assoluta povertà e spesso senza genitori.
Il numero degli  orfani nel paese è cresciuto da 1,4 milioni nel 1998 a oltre 2,5 milioni nel 2011 (https://www.unicef.org/infobycountry/kenya_statistics.html). Di questi più di 500.000 hanno perso entrambi genitori a causa dell’A.I.D.S. Il ruolo dei nonni e degli altri membri delle famiglie allargate che si occupano della crescita dei bambini rimasti orfani a causa dell'Hiv è ben determinato, quello che è poco riconosciuto invece è il contributo che questi bambini danno a chi si prende cura di loro. I nonni, spesso anziani e malati, fanno totale affidamento su di loro per le faccende domestiche, l'assistenza e anche per le entrate economiche. Secondo Charles Ondogo, ufficiale del Nyanza Provincial Children, gli orfani della provincia contribuiscono enormemente alle entrate delle famiglie che li accolgono. "Molti di questi orfani sono costretti a lavorare non solo per sostenere i propri fratelli ma anche per aiutare i genitori adottivi, spesso poveri e anziani," si legge dalla dichiarazione del Nyanza Provincial Children Office. "A volte, soprattutto le bambine, sono costrette a prostituirsi, lasciando la scuola."(2010-09-25 AFRICA/KENYA - Il dramma degli orfani dell'Hiv costretti a dare supporto economico alle famiglie adottive)

Lo scopo principale del progetto è quindi quello di costruire un centro artistico residenziale per bambini abbandonati, orfani e bisognosi non per creare artisti professionisti ma persone capaci di esistere con dignità nel mondo. Usare la scuola, il teatro, il ballo, la pittura, come sostiene l'attore professionista Marco Baliani, per dare la possibilità di credere nel proprio futuro, di non essere più solo chokora, spazzatura, ma essere umani capaci di svelarsi, di rivelare le proprie doti, capacità, intuizioni, capaci di far parte di un progetto che li accomuna e che restituisce un senso all’assurdità della loro vita. Per fare in modo che invece di camminare nelle loro strade di fango con occhi a terra, diffidenti, sfuggenti allo sguardo, con voci inudibili, corpi abituati al peggio, possano camminare in quelle stesse strade sembrando più alti, con qualcosa nel movimento che assomiglia alla dignità e con dei sorrisi dove si intravedono già dei sogni...

Per fare questo è  stata costituita, secondo le leggi del Kenya, una Associazione No Profit di nome MAKTUB SELF HELP GROUP di cui fanno parte vari membri della Comunità di Makongeni e volontari del Belgio, Spagna, Russia e Italia.

Questa Associazione ha stipulato  un accordo con il Club Nuevo Ritmo ASD Circolo Endas in base al quale il CNR si impegna a raccogliere fondi per finanziare il progetto mentre l’Associazione della Comunità si impegna a seguire i volontari e i lavori di costruzione e di gestione dell’orfanotrofio.
 

Il progetto si chiama "MAKTUB"  e prevede la realizzazione di un Comprensorio che si sviluppa su un terreno di 2 Acri e che sarà così costituito 

  • 2 dormitori, uno per accogliere 20 bambini orfani e l'altro per i volontari 
  • un Centro di Formazione Professionale per l'insegnamento degli elementi di
    • Teatro
    • Musica
    • Danza (soprattutto tango argentino)
    • Pittura
    • Sartoria
    • Ortobotanica
    • Falegnameria
  • una sede amministrativa.
  • Una piccola cappella come luogo di culto universale

L’altra parte del terreno, sarà invece interamente dedicata alle coltivazioni (peperoni, pomodori, zucchine, cavoli e frutta tipo banane, mango, papaja e cocco) e all'allevamento (mucche, pecore, galline, conigli) in modo da rendere il centro il più autosufficiente possibile.

Maktub è un progetto della Comunità di Makongeni, la nostra presenza infatti sarà di coordinamento, gestione ed amministrazione delle risorse, sostegno economico e professionale per garantire il raggiungimento dell’indipendenza alimentare ed economica nel giro di qualche anno.


Questo è l’obbiettivo principale del  progetto.